Il consolidamento dei terreni con le piante

0
11118

Molti terreni possono risultare pericolosi e smottati. Proprio per questo l’ingegneria naturalistica si è prefissata di studiare il modo idoneo per consolidarli attraverso l’utilizzo di alcune piante specifiche in grado di migliorare le condizioni del suolo evitando pericoli di frane e cedimenti.

Come già si sa’ la presenza dei pini e di altre forme di arbusti, permette di evitare frane, che potrebbero diventare disastri, se le radici non fossero così resistenti da frenare la caduta di masse consistenti di neve.

Poiché nel nostro paese i terreni che presentano caratteristiche di questo tipo sono molto diffusi, è importante che, anche nelle aree collinari e di montagna, dove si trova la presenza costante dell’uomo vengano utilizzati metodi naturalistici in grado di contenere e migliorare le condizioni del suolo.

Deuzia gracilis

Deuzia gracilis

L’ingegneria naturalistica ritiene che alcune piante siano in grado, grazie al loro apparato radicale, di fermare il terreno in movimento, mantenendolo stabile nel tempo.

In situazioni di declivio o di pendenze è quindi necessario pensare ad una sorta di muro vegetale capace di creare una barriera protettiva per tutto ciò che altrimenti, potrebbe trovarsi in pericolo.

Questa tipologia di soluzione è adatta anche in giardini privati, sicuramente meno a rischio ma comunque che necessitano di un equilibrio costante per il raggiungimento di un obiettivo comune: avere un bel giardino rigoglioso e duraturo.

Tipologie di ambiente a rischio erosivo

Solitamente le tecniche di ingegneria naturalistica vengono applicate vicino ai corsi d’acqua, all’interno di zone umide, in versanti e declivi o semplicemente in zone che necessitano un recupero ambientale.

Intenti dell’ingegneria naturalistica

L’ingegneria naturalistica si pone come obiettivo l’utilizzo di piante autoctone che rispettino l’ecosistema in cui vengono inserite.

Alcune piante vengono poi scelte anche in base alla loro resistenza, in modo da poterle utilizzare anche in aree non favorevoli.

Piante contro l’erosione dei suoli

piante consolidamento suoli

Lonicera

In primo luogo le piante che vengono utilizzate per migliorare le prestazioni di terreni franosi, hanno radici molto ramificate e resistenti, proprio perchè riescono facilmente a trattenere il terreno impedendo un pericoloso dilavamento.

Oltre a ciò le piante devono essere resistenti alle malattie del suolo, in modo che non si creino buchi nella barriera che andrebbero a condizionare la protezione.

Un problema di malattia costringerebbe a pensare a nuove coltivazioni resistenti che vadano a sostituire la falla.

Le piante in grado di consolidare un terreno devono crescere rapidamente in modo da iniziare da subito la loro funzione, iniziando a riparare il terreno dalle piogge.

La coltivazione delle piante per il consolidamento dei terreni

Prima di coltivare le piante in grado di formare la barriera protettiva, occorre preparare il terreno in modo che non vi siano ostacoli nella loro crescita.

Proprio per questo è consigliabile ricoprire l’area di teli pacciamanti che possono essere in tessuto non tessuto, in polietilene e in tessuto.

Il telo riduce la presenza di erbe infestanti senza dover utilizzare diserbanti nocivi.

Oltre a questo, i teli pacciamanti riscaldano il terreno durante l’arco della giornata rilasciando il calore di notte evitando il pericoloso congelamento delle radici.

Piante per giardini

Il giardino,ovviamente, ha bisogno di piante con uno sviluppo radicale più contenuto ma che devono, comunque, mantenere le caratteristiche descritte in precedenza.

Per fare una barriera degna di risultato sarebbe meglio piantare circa quattro piante ogni metro quadrato.

Tra le piante caducifoglie alcune che possono essere adatte per consolidare il vostro giardino possono essere la Deuzia che, seppur raggiungendo 50 cm di altezza, protegge il suolo in modo cospicuo.

Inoltre l’aspetto estetico è gradevole in quanto produce fiorellini bianchi abbastanza profumati.

Spirea

Rosa Canina

La Rosa Canina

Altro esempio è la Rosa Canina che anche qui raggiunge un massimo di 50 cm e che ama un’esposizione soleggiata costante; i fiori che produce sono resistenti e durevoli fino al tardo autunno.

Altre piante che possono essere utilizzate per garantire il consolidamento sono la Spirea, la Forsizia nana e il Comiolo.

Se invece si prediligono le piante sempreverdi è possibile preferire la Ginestra che è in grado di sopravvivere anche in suoli poco fertili e ostili.

I suoi fiori sono gialli e fioriscono in primavera estate.

Il Rosmarino strisciante è un’altra pianta sempreverde in grado di resistere in qualunque terreno, dimostrandosi estremamente resistente.

Altri esempi di pianta sempreverde possono poi essere la Lonicera e il Ginepro strisciante.

Concludendo, l’ingegneria naturalistica è un metodo ecologico che sostiene l’ambiente e che basa il suo fondamento nel rispetto dell’ecosistema.

La scelta di utilizzare metodi naturali per proteggere il proprio giardino impervio, permetterà di avere risultati equiparabili, senza dover utilizzare metodi artificiali inquinanti e molto più dispendiosi.

Lascia un Tuo Commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.