Le bulbose: da fiore, primaverili o estive, una categoria di piante a parte
Nel giardino esistono differenti tipologie di piante. Alcune hanno uno sviluppo decisamente prevedibile durante tutto l’anno. Altre, come le bulbose, sono sempre una sorpresa. Soprattutto quando, dopo mesi di letargo, si risvegliano dando alla luce magnifici fiori.
Le bulbose si comportano come un particolare tipo di vivaci
Le bulbose sono piante molto particolari; un po’ come le vivaci fioriscono in una stagione ben precisa. Questo periodo coincide con la ricomparsa della pianta, e più precisamente di stelo e foglie.
Potremmo considerare le bulbose come delle vivaci con una parte alloggiata nel terreno, questa parte è viva durante tutto l’anno, ma fiorisce solo in un momento preciso.
Le bulbose sono ancora più particolari perché la parte della pianta che si trova sotto terra è molto facile da estrarre, conservare e ri-trapiantare ovunque; questo processo può essere fatto tutte le volte che se ne ha la necessità senza particolari problemi.
L’aspetto delle bulbose varia molto a seconda della specie di appartenenza, ed è apprezzabile a pieno solo quando la pianta ha raggiunto l’apice dello sviluppo.
Molte di queste particolari piante hanno steli sulla superficie del terreno, ma li tengono sotto terra. Ciò accade nel caso dei rizomi delle Calle e nei bulbi dell’Aglio, il cespuglio si presenta semplicemente come un gruppo di foglie dall’altezza limitata.
In alcune specie gli steli raggiungono altezze decisamente considerevoli, fino a superare il metro e mezzo, come avviene per esempio nel caso della Canna Fiorifera.
Come conservare le bulbose
Durante il periodo di massimo sviluppo le piante bulbose vanno curate come il resto delle piante ornamentali.
Ci si dovrà comportare diversamente durante il periodo di riposo vegetativo della pianta, che durerà per tutta la stagione fredda.
Se lo spazio lo consente è meglio lasciare bulbi, cormi e tubercoli nel terreno, in maniera tale che i periodi di fioritura si adattino esattamente alle caratteristiche climatiche della zona in cui si trova la pianta.
In caso dei rizomi come quelli dell’Iris questa è l’unica procedura da seguire, poiché queste piante in brevissimo tempo perdono tutta la loro forza vitale.
Esistono poi specie appartenenti alla famiglia delle bulbose, come la Begonia, che provengono da regione a clima caldo: queste non sono in grado di sopportare le temperature invernali. Viceversa ce ne sono altre che provengono da regioni fredde, come per esempio il Bucaneve, che non sopportano né i terreni particolarmente secchi, né le temperature troppo elevate tipiche dei climi estivi.
Se la vostra necessità è quella di utilizzare le porzioni di terreno precedentemente occupate dalle bulbose vi converrà estrarre i bulbi quando le foglia avranno completato il periodo di avvizzimento, successivamente potrete conservare i bulbi in un luogo fresco, asciutto e buio in attesa del periodo ottimale per ripiantarli.
Per mantenere al meglio i bulbi è opportuno porli in sacchetti di carta o in contenitori ricoperti di sabbia, lontani da luce e umidità.
Come riprodurre le bulbose
Le bulbose sono piante erbacee a carattere vivace, riconoscibili per la tipica struttura sotterranea ricca di nutrienti, il bulbo.
In realtà il bulbo non è altro che uno stelo modificato e ingrossato; il tubero invece è semplicemente una radice modificata nella medesima maniera.
Esempi di bulbose costantemente presenti nella nostra vita quotidiana sono l’Aglio come bulbo e lo Zenzero come radice, anche se in realtà è un rizoma. Altro esempio di bulbosa utilizzata nella vita comune è la Patata, questa è un tubero.
Iniziando a conservare le sostante nutritive, dalla fine della fioritura fino all’avvizzimento delle foglie, le bulbose resistono bene ai mutamenti climatici e alle intemperie. Quando la stagione migliora queste piante sono in grado di rifiorire.
Queste piante possono riprodursi con i semi; ma piante nuove possono ottenersi anche con bulbi, cormi e rizomi.
I tuberi si riproducono facilmente, questi crescono separatamente lungo tutte le radici della pianta. Sarà quindi piuttosto facile estrarli e separarli dalla radice. La Dalia può essere riprodotta in questa maniera.
Per quanto riguarda i bulbi di Croco e Tulipano si forma un agglomerato molto simile ad una testa d’aglio, si potranno facilmente separare i germogli e
riutilizzare.
Nel caso del Giglio delle Conivalli, dell’Iris e della Calla si può procedere con la moltiplicazione tramite rizomi. Basterà praticare un taglio per dividere il rizoma in parti differenti avendo cura di mantenere per ogni parte un germoglio già sviluppato.
E’ importante puntualizzare che spesso, durante l’estrazione della bulbosa dal terreno, può capitare di provocare dei danni alla pianta, con conseguente sviluppo dei funghi nel punto di incisione dell’attrezzo utilizzato per l’estrazione.
In casi di questo tipo è importante lasciare cicatrizzare il bulbo all’aria aperta, prima di introdurlo nuovamente nel terreno. Si consiglia di procedere con molta attenzione durante queste operazioni, in maniera da arrecare meno danni possibili alle piante.