Coltivare in inverno: la brina, un fenomeno molto comune a dicembre
Il freddo è arrivato, ce ne siamo ormai resi conto. Le giornate sono più corte e le ore di luce sono sempre meno. Se si abita nelle ragioni del nord la nebbia è ormai una fastidiosa compagna delle mattinate e delle serate, la neve non ha ancora fatto capolino ma un fenomeno di sicuro non tarderà ad arrivare: si tratta della brina.
Vi siete mai soffermati ad osservare questo particolare fenomeno invernale da vicino?
La brina si presenta come un tappeto bianco di piccole scaglie di ghiaccio, solitamente ricopre foglie, prati, rami regalando uno spettacolo della natura a tratti irreale.
Questi piccoli cristalli di ghiaccio, dalla consistenza granulosa, si formano quando le condizioni atmosferiche si modificano, mutando quindi la condizione del vapore acqueo e dell’umidità normalmente presenti nell’aria.
Condizioni ambientali che favoriscono la brina
La brina che molto spesso ci capita di vedere viene comunemente chiamata brina da irraggiamento. Questo particolare fenomeno ha modo di presentarsi solo quando il cielo è sereno e non si rileva la presenza di vento. In questo modo il vapore acqueo normalmente presente nell’atmosfera, quando entra in contatto con superfici più fredde – come per esempio il suolo – perde calore e si ghiaccia.
Il passaggio è diretto: dallo stato gassoso allo stato solido senza passare da quello liquido. Il fenomeno della brinazione è più frequente nei mesi invernali perché proprio in inverno lo strato d’aria che si trova praticamente a contatto con il suolo ha una temperatura al di sotto dello zero ed è completamente saturo di umidità. Quando questo strato raggiunge la temperatura di rugiada, cioè quella al di sotto della quale l’umidità comincia a condensare, il vapore acqueo passa direttamente allo stato solido senza attraversare la fase liquida: in questo modo ogni elemento che si trova nei pressi del terreno tende a cristallizzare.
Esiste un altro tipo di brina, denominata di avvezione, ma difficilmente si manifesta in Italia poiché la causa sono i venti particolarmente freddi.
In agronomia questo fenomeno viene sfruttato con frequenza. Il risvolto della medaglia sono i danni normalmente creati ad alcuni raccolti ed in particolare ai piccoli germogli.
Spesso si confonde la brina con un altro fenomeno tipico dell’inverno, cioè la galaverna. Si tratta appunto di due manifestazioni differenti: la galaverna è un rivestimento cristallino, normalmente di colore bianco ed opaco, che si può eliminare con semplicità poiché friabile.
La differenza principale nei due fenomeni sta nelle condizioni atmosferiche che generano l’uno e l’altro. La galaverna è il frutto del congelamento delle microscopiche goccioline che compongono la nebbia, ciò avviene quando la temperatura va sotto gli 0°C.
Un aspetto positivo della brina è che comporta un lieve innalzamento delle temperature per tutti gli elementi che ricopre.
Uno sguardo alla luna di dicembre 2011
Dopo aver analizzato uno dei fenomeni tipici di dicembre volgiamo lo sguardo al cielo e come ogni mese cerchiamo di capire cosa ci consiglia la luna.
Per i primi tre giorni del mese è possibile piantare ravanelli e piselli, nell’orto si devono legare cavoli e cavolfiori per proteggerli dal gelo. Se il terreno non è ancora gelato possiamo lavorare un po’ in giardino piantando alberi, arbusti rampicanti e rosai.
Durante tutto il mese state attenti alle condizioni del vostro vialetto, potrebbe ghiacciarsi. Un piccolo consiglio: evitate di usare il sale antigelo, spesso risulta dannoso per le piante, una valida alternativa la fornisce la cenere di legna.
Per quanto riguarda le innaffiature potrebbero essere necessarie, ricordatevi di eseguirle nelle ore più calde della giornata e con acqua rigorosamente a temperatura ambiente.
Da martedì 13 dicembre potete iniziare a coltivare in coltura protetta lattuga e radicchio da taglio. Sempre nell’orto potete imbianchire gli ortaggi e mettere al riparo il radicchio rosso. Se volete potete iniziare a preparare il terreno del vostro giardino per le prossime piantagioni primaverili. Se volete una fioritura in inverno inoltrato ricordatevi di mettere a dimora il Viburnum tinus, oltre ai fiori ci saranno anche le bacche a rallegrarvi.
Se nel vostro orto avete installato dei tunnel protettivi ricordatevi di arieggiarli ogni tanto, ma fatelo sempre nelle ore centrali della giornata, in questo modo eviterete la formazione di muffa e di condensa.
A fine mese potete procedere con la potatura di castagno, lamponi, ribes, more e rovi, ma agite solo in giornate con la temperatura al di sopra dello zero.
Non preoccupatevi se arriva la neve, si tratta infatti di un valido aiuto contro i problemi legati al gelo: il terreno viene preservato. Ricordatevi solo di non calpestarla e compattarla, avrete un effetto negativo.