Tutti conosciamo le arachidi: siamo soliti sgranocchiarle durante un aperitivo, ci fanno compagnia durante le feste natalizie, sono immancabili durante le lunghissime tombolate che precedono il capodanno. Almeno una volta all’anno finiscono inevitabilmente sulla nostra tavola.
La coltivazione delle arachidi
Nonostante se ne consumi abitualmente le arachidi non sono molto coltivate sul suolo italiano. Le prime coltivazioni risalgono al 1870 nell’area di Valenza, in provincia di Alessandria.
La pianta delle arachidi è originaria del territorio del Sud America, precisamente tra Brasile e Bolivia.
Attualmente tra i più grandi coltivatori di arachidi segnaliamo Cina, India, Nigeria e Stati Uniti.
Le varietà più pregiate sono coltivate invece in Israele: il frutto prodotto in quest’area presenta un guscio color oro e risulta particolarmente resistente alla tostatura.
Le arachidi crescono sotto terra
La pianta delle arachidi è un’annuale erbacea, non raggiunge grosse dimensioni (l’altezza rimane compresa tra i 30 e gli 80 centimetri), ed appartiene all’enorme famiglia delle Leguminose. La fioritura di questa leguminosa avviene nel mese di giugno, ma l’elemento che rende particolare questa pianta avviene subito dopo la fecondazione.
Dopo la fecondazione il peduncolo, si tratta della parte che si occupa di unire prima il fiore e poi successivamente il frutto al fusto, si allunga velocemente, incurvandosi verso il basso.
Questo particolare movimento spinge l’ovario fecondato all’interno del terreno: la profondità raggiunta dall’ovario solitamente oscilla tra i 5 e i 15 centimetri.
Raggiunta la profondità ideale il piccolo frutto, dalla forma a baccello tipica di tutte le leguminose, comincia ad ingrandirsi.
Quando il frutto raggiunge la maturità ha una dimensione che si aggira tra i 3 e i 7 centimetri, al suo interno contiene dai due ai 5 semi. Per ogni seme si forma una loggia allargata, all’estremità si avranno invece delle strozzature.
Procedere con la raccolta delle arachidi
E’ possibile iniziare a raccogliere le arachidi quando le foglie iniziano gradualmente ad ingiallire. Per la raccolta esistono dei macchinari apposta, solitamente utilizzati nelle grandi produzioni; per le piccole produzioni basta utilizzare una normale forca.
Dopo il raccolto è opportuno far asciugare i baccelli o all’interno di un forno a bassa temperatura, oppure si consiglia di collocarli sotto un porticato.
Superata la prima fase di asciugatura si deve procedere eliminando tutti i residui di terra. Anche in questo caso, se si tratta di grandi produzioni, è possibile utilizzare delle attrezzature specifiche, in caso di produzione casalinga basterà procedere a mano. In questa fase è opportuno eliminare anche eventuali legumi leggeri (sono sicuramente vuoti) e tutti quelli che si presentano malformati.
La fase successiva prevede una nuova essiccazione: va eseguita o all’interno di un forno, oppure all’interno di cassette di legno.
Se si tratta di colture industriali, a seguito di questa seconda essicazione, si deve procedere con la tostatura, la sgusciatura (se necessario), le salatura (se necessario) e confezionamento finale.
Arachidi non solo da sgranocchiare
Il nome scientifico delle arachidi è Arachis hypogaea, questo fa riferimento direttamente alla particolarità di questa pianta di crescere e svilupparsi sotto terra.
Alla famiglia delle arachidi appartengono circa 40 specie differenti, l’hypogaea è però l’unica coltivata, inesistente allo stato spontaneo. Esistono però ritrovamenti fossili di arachidi molto antichi, ciò fa presumere che questa pianta fosse già conosciuta, e creata, dall’uomo in tempi lontanissimi.
Normalmente in Italia si consumano le arachidi solo come snack, nel resto del mondo gli utilizzi di questa leguminosa sono molteplici. In oriente, per esempio, viene normalmente utilizzata per ricavarne un olio molto più leggero rispetto a quello d’oliva. Questo olio può essere utilizzato subito, o in alternativa raffinato. I prodotti derivanti dalla raffinatura sono un ottimo olio per frittura e la margarina.
Negli Stati Uniti le arachidi trovano ancora un altro uso. I frutti, dopo la tostatura, si riducono in pasta e si utilizzano per la produzione di burro di arachidi.