Il giardino della nonna: ricreiamo un luogo dedicato ai ricordi

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Panchina

Viviamo in un periodo nel quale diventa sempre più attuale recuperare il passato, onorandone i ricordi o recuperando e riutilizzandone gli oggetti. Un po’ per moda e un po’ per affetto si stanno recuperando anche i giardini dei nostri nonni: coltivare arbusti ormai dimenticati, ortaggi e frutti antichi con metodi biologici sta ormai acquisendo una grande attenzione.

Giardino della nonna

Giardino della nonna

Secondo noi ci sono motivazioni diverse che portano a questo ritorno al passato sempre più prepotente. Una di queste è senza dubbio la velocità con cui le cose cambiano e si evolvono nella nostra società moderna. Si ricorda il passato con un pizzico di nostalgia e lo si individua come periodo nel quale i cambiamenti erano lenti e rassicuranti.

Un’altra motivazione importante è quella che spinge a tutelare le proprie radici; è infatti sempre più forte la voglia di conservare e rafforzare il legame col proprio nucleo familiare e con l’identità del territorio d’origine. Tutto ciò si traduce in salvaguardia della memoria e del ricordo: la salvaguardia dei propri valori diventa sempre più importante, le piccole storie di vita contribuiscono anch’esse a formare la Storia.

Ed è in questo contesto di recupero di origini e tradizioni che anche lo spazio verde della nonna riprende vita. Questo è anche un ottimo modo per salvaguardare tradizioni ed emozioni che altrimenti andrebbero perdute nella freneticità della vita attuale.

Riscoprire per tutelare

Coleus

Coleus

L’idea di realizzare un “giardino della nonna” ha sicuramente un contenuto nostalgico, ma questo rivela anche una forte spinta di modernità.

Si tratta infatti di un’operazione di tutela nei confronti di un enorme patrimonio composto da innumerevoli specie di arbusti e fiori che si è stratificato e modellato col tempo, poi totalmente travolto dall’innovazione dei nostri giorni.

In questo caso il collezionismo botanico non è un’ossessione, ma bensì un enorme sforzo per portare avanti tradizioni e biodiversità che diversamente rischierebbero di perdersi nel tempo, tutto ciò a vantaggio del nostro ecosistema.

Il ritorno al giardino della nonna è anche un espediente per riprendersi il proprio tempo, ritrovare un ritmo di vita naturale e pacato. Per questa sorta di coltivazione bio a chilometri zero si consiglia di partire con semi da fiori annuali e perenni, piante facili da coltivare anche senza prodotti chimici o comunque dannosi per l’ambiente che ci circonda.

Inoltre questo ritorno alla mentalità del passato deve essere utile per promuovere una mentalità “zero sprechi”. Quindi, proprio come i nostri nonni, spalanchiamo la porta al riciclo, riutilizzo di oggetti ormai abbandonati e al fai da te.

Nel giardino della nonna non mancheranno…

Panchina antica

Panchina antica

Esistono alcuni elementi ideali per dare un carattere particolarmente intenso sia al giardino che al terrazzo che si vuole trasformare ispirandosi al passato e alla tradizione.

Per esempio non può mancare una vecchia panchina, collocata in un luogo tranquillo e romantico del giardino, possibilmente con vista d’effetto o immersa in fiori e piante rigogliose.

Siepi curvilinee basse, dai fiori color pastello, contribuiranno a dar vita ad un angolo formale, ma ammorbidito nel disegno. In un giardino d’epoca sono assolutamente immancabili le Dalie, per la loro semplicità, e il Coleus, per la sua capacità di adattarsi a zone in ombra e mezz’ombra.

Spesso capita di vedere in mercatini delle pulci e dell’usato vaschette per il bagno degli uccellini in ferro battuto, questo è un pezzo ideale per il giardino della nonna. Ovviamente, se naturalmente potete, non può mancare un gatto dal portamento elegante.

Ritrovare le varietà ormai dimenticate

Viburni

Viburni

Come accennato in precedenza ritrovare il giardino della nonna è utile anche per salvaguardare varietà quasi del tutto dimenticate, spesso sostituite da altre moderne e prodotte in serie.

Capita sempre più spesso che vivaisti e collezionisti puntino la loro attenzione e i loro sforzi sulla ricerca di esemplari diffusi 50 o anche 100 anni fa.

C’è chi ha riproposto una bella collezione di lillà, viburni e arbusti da fiore quasi dimenticati. Non è semplice ma la passione di vivaisti è stata utile per ricercare in giro per il mondo, e riportare alla luce, varietà di ortensie che risalgono anche ai primi del ‘900.

Peonia

Peonia

Un enorme lavoro di ricerca è stato fatto con le peonie, sia erbacee che arbustive. Nella maggior parte delle fiere di primavera ora è facile incontrare vivaisti che propongono collezioni pregiate di questa pianta: sono infatti ora in commercio varietà tipiche di 30 e 40 anni fa, non è difficile trovarne alcune che hanno addirittura un secolo di vita.

Naturalmente nel giardino della nonna non possono assolutamente mancare le Camelie.

In Italia arrivano verso la fine del ‘700, e da allora sono stati creati tantissimi ibridi per oltre due secoli. Ora possiamo ritrovare varietà considerate quasi perdute come la “Lavinia Maggi”, ormai tornata in produzione con l’enorme felicità degli appassionati.

L’arte di invecchiare

Se siete tra quelli che amano i vasi con la patina del tempo, ricoperti di muschio e incrostazioni, ma non avete voglia di aspettare, vi segnaliamo alcune strategie per accelerare il processo, che spesso necessita di circa un anno di esposizione del vaso alle intemperie.

I trucchi sono davvero semplici: miscelate dello yogurt al naturale senza zucchero con dell’acqua; con un pennello cospargete l’esterno del vostro vaso con la miscela ottenuta e tenetelo in ombra per circa un mesetto.

Camelia Lavinia Maggi

Camelia Lavinia Maggi

Nel mentre se volete potete piantare quello che volete all’interno. A seconda del tipo di polimero è possibile tentare un’operazione del genere anche con vasi di plastica, il risultato però non sarà il medesimo.

Se invece volete pulire della terracotta incrostata dal tempo e dalle intemperie, vi consigliamo di immergere il contenitore in una bacinella di acqua bollente in soluzione con del solfato di rame al 3%.

Rinnovate la soluzione per tre volte di seguito ogni ora. Successivamente, utilizzando una spazzola robusta con setole rigide – non metalliche, e del sapone neutro, strofinate vigorosamente le pareti del vaso: la maggior parte delle incrostazioni se ne andrà. Dopo fate asciugare il vaso in un luogo ombreggiato e ventilato.

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