Il glicine: rampicante primaverile per eccellenza
I glicini e la loro fragranza dolce non possono mancare come sfondo scenografico di ogni primavera; il loro impeto vegetativo è un chiaro vitalità e rinnovamento.
Nonostante sia senza dubbio uno dei rampicanti più conosciuti e diffusi al mondo si fa ancora un po’ di confusione sulla sua esatta specie di provenienza e sul periodo esatto di fioritura.
Il glicine fa fiori fino all’estate
Glycinia, nome originario del genere al quale appartengono i glicini, deriva dal greco glykos, che vuol dire “dolce”; sicuramente si fa riferimento al succo appiccicoso e dolciastro presente all’interno dei fiori, molto ricercato dagli insetti impollinatori, e soprattutto dalle api.
I glicini appartengono alla famiglia delle Leguminose, ciò si intuisce facilmente osservando la forma particolare del fiore, molto simile a quella dei fiori di pisello e fagiolo, anche se in questo caso si presentano riuniti in grappoli dalla lunghezza variabile a seconda della varietà. Per esempio la W. Floribunda “Macrobotrys” raggiunge addirittura la lunghezza di oltre un metro.
I fiori del glicine hanno una tonalità che varia dal bianco al violetto, per poi passare dal celeste al lavanda, fino al più carico rosa o rosa porpora, a seconda delle specie, al giorno d’oggi innumerevoli.
Nella famiglia dei glicini il più precoce, W. Sinensis, fiorisce tra aprile e maggio; le specie americane, W. Frutescens, fioriscono in giugno; in luglio fiorisce la più tardiva W. Brachybotrys.
Vigore allo stato puro
Il glicine, non necessita di molte attenzioni, è una pianta poco esigente che sopporta bene anche l’inquinamento presente nelle nostre città.
E’ infatti una presenza costante sia nei giardini storici che nei luoghi dalle ambientazioni più moderne, lo si vedrà spesso come macchia di colore con la funzione di ricoprire muri, pergolati e griglie di dimensioni considerevoli.
Inoltre è molto usato come ornamento per balconi e terrazzi, in questo caso si predilige il W. F. “Amethyst Fall”. Oppure lo si può far crescere, secondo la tradizione cinese, come un albero dalle dimensioni ridotte, soprattutto la W. Floribunda è da prediligere per questo scopo.
Il glicine è utilizzato da sempre all’interno dei nostri giardini come punto focale al quale rivolgere la nostra attenzione, non solo quando lo si trova sottoforma di albero, ma anche quando è coltivato a spalliera o a ghirlanda.
Utilizzare il glicine come rampicante
Quando si decide di utilizzare il glicine come rampicante è importante tener presente il suo notevole sviluppo, soprattutto la specie W. Sinensis molto comune nel nostro paese.
Si deve quindi avere a disposizione uno spazio davvero ampio, anche perché non solo la parte aerea si sviluppa notevolmente; anche le radici sono caratterizzate da un’espansione rapida; a tal motivo non devono mai essere collocate in prossimità di pavimentazioni o muretti, perché questi rischiano di essere gravemente danneggiati durante la crescita dell’esemplare.
Nelle prime fasi di sviluppo della pianta i fusti necessitano di un tutore o di una legatura per procedere con lo sviluppo in altezza, in maniera tale da indirizzarle verso il luogo di espansione desiderato. Raggiunto il periodo maturo i rami principali lignificano, raggiungendo anche un notevole diametro.
Potare il glicine
Per questa pianta le potature sono essenziali, sia per mantenere uno sviluppo rigoglioso dei fiori, sia per limitare il diffondersi quasi invasivo dei rami, che a lungo andare acquistano anche un peso notevole, difficilmente sopportato dalla pianta.
Si consiglia quindi una riduzione biennale degli steli prodotti, in modo tale da dare origine ad un esemplare ordinato, con i rami ben posizionati. In questa maniera sarà molto più semplice apprezzare la bellezza dell’infiorescenza prodotta.
Più la pianta diventa di dimensioni ragguardevoli, maggiori saranno le cure da dedicarle.
In più se le cure non vengono prestate con costanza diventerà sempre più difficile gestire l’esemplare.
Insetti infestanti d’origine asiatica: S.O.S. dall’Inghilterra
Il glicine è una pianta molto robusta, anche se ultimamente le specie presenti in Inghilterra sono state vittima di un parassita di origine asiatica: l’Eulecanium excrescens.
Il parassita è lungo circa un centimetro, con guscio convesso e marrone, tipico della famiglia delle cocciniglie. Questo pericoloso parassita si nutre della linfa della pianta e una grave infestazione può addirittura portare alla morte dell’esemplare.
La Royal Horticultural Society si è occupata di lanciare un allarme a livello europeo, stimando la diffusione di questo parassita in tempi piuttosto brevi.
L’innalzarsi delle temperature rende questo parassita, amante delle temperature calde, il nemico peggiore dei nostri glicini. Diventa quindi importante tenere sotto stretto controllo ogni esemplare di questa pianta, cercando di evitarne l’insediamento.
Questo parassita può essere eliminato, o almeno controllato, solo manualmente o con una canna di irrigazione, poiché la diffusione avviene tramite vento o attraverso gli uccelli; l’eliminazione mediante insetticidi specifici in questo caso sarebbe quindi inutile, poiché di difficile attuazione.
Il periodo migliore per trattare le piante è il momento il cui si stanno schiudendo le uova, quindi nel periodo tra maggio e giugno.