L’Hippeastrum, meglio conosciuto come Amaryllis: cura della pianta e curiosità
La conservazione dei bulbi di Amaryllis
Come abbiamo precedentemente esposto l’hippeastrum o amaryllis può essere coltivato sia all’aperto che al chiuso. Ma vediamo più nel dettaglio come procedere con la conservazione dei bulbi.
Se i bulbi di Amaryllis sono piantati all’aperto a fine stagione andranno dissotterrati e conservati in attesa di essere ripiantati durante la primavera successiva.
E’ consigliabile conservare i bulbi in luoghi particolarmente bui e asciutti, nella torba e ad una temperatura che si aggira attorno ai 5° C.
I bulbi conservati in questa maniera produrranno una fioritura più rigogliosa e abbondante rispetto a quelli lasciati nel terreno poiché in tal modo si avrà un vero periodo di riposo, molto importante per fiorire al meglio successivamente.
Come è stato detto precedentemente steli e foglie crescono direttamente dai bulbi. Da questi è possibile che si generino anche nuovi bulbi. Ciò si verifica quando si avverte, affianco al bulbo madre, la comparsa di nuove foglie.
Si consiglia di staccare con molta attenzione e delicatezza questi nuovi bulbi, stando particolarmente attenti a non danneggiare le radici. Successivamente sarà opportuno collocarli in vasi separati. Questa operazione di separazione è consigliabile nei mesi tra gennaio e marzo.
Dovranno passare dai 3 ai 6 anni prima che questi nuovi bulbi siano in grado di raggiungere le dimensioni ottimali per la fioritura. Anche durante questo periodo le piante andranno curate come in periodo di fioritura e soprattutto non dovranno essere esposte a temperature rigide.
Parassiti e malattie: quali sono e come comportarsi
Di seguito i principali problemi tipici di queste piante.
Piccole macchie rosse sparse su tutta la pianta
Queste macchie hanno dimensioni variabili, da qualche millimetro fino a qualche centimetro; si possono trovare su tutta la pianta, dalla parte aerea al bulbo. Si tratta di un attacco fungino. In conseguenza a questa infezione diffusa su tutta la pianta lo stelo si indebolisce e si piega. Il bulbo invece marcisce lentamente: si creano delle zone di colore scuro al centro e rosse sui bordi.
Questo fungo è piuttosto diffuso; si chiama Stagonospora curtisii. Va eliminata con prodotti antiparassitari specifici.
Se non fosse abbastanza si può mettere i bulbi a dimora, disinfettandoli preventivamente con formalina, in maniera tale da proteggere la pianta.
Le foglie ingialliscono e compaiono macchie dalla colorazione gialla e marrone
Le foglie ingialliscono e si accartocciano su loro stesse.Inoltre compaiono delle sottili ragnatele nella parte inferiore delle stesse. In questo caso si tratta di un’infezione provocata da un acaro: il ragnetto rosso.
Per procedere con la cura si può prima di tutto aumentare l’umidità presente nell’ambiente, si creerà un ambiente sfavorevole alla prolificazione degli acari.
Se ci si trova di fronte ad un’infezione piuttosto complessa si consiglia l’utilizzo di insetticidi specifici. Un altro rimedio attuabile è quello di pulire tutte le foglie con un batuffolo di cotone inumidito con del sapone; in questa maniera si eliminerà il parassita localmente. Sciacquare poi la pianta per eliminare i residui di sapone.
Alcune curiosità a proposito dell’Amaryllis
Il nome di questa pianta deriva dal greco e vuol dire “Stella del cavaliere”. Non si ha un’origine precisa di questo nome.
Linneo fu il primo ad indicare questa specie di pianta, classificandola come Amaryllis equestris ma sarà solo nel 1975 sul Curtis’s Botanical Magazine che si potrà leggere una spiegazione per questo nome curioso. Si spiega che se si osserva il fiore all’inizio della fioritura questo ricorda le orecchie di un cavallo; da qui il nome scelto da Linneo.
Alcuni anni dopo però un altro studioso botanico si rese conto che la pianta classificata da Linneo come Amaryllis non aveva nulla a che fare con tale pianta. Così decise di chiamarla con un nuovo nome, appunto Hippeastrum (stella del cavaliere) per non perdere del tutto il significato che voleva attribuirgli Linneo.