Le palme ornamentali
La famiglia delle palme annovera circa 2500 specie coltivate in tutto il mondo a scopi agricoli o semplicemente ornamentali.
Tra queste specie, l’unica che ha origini mediterranee è la “Palma nana del Mediterraneo” o Chamerops humilis.
Tutte le altre specie di palme sono state nel corso dei secoli importate nelle nostre regioni, divenendo nel tempo parte integrante del paesaggio e dei giardini del Mediterraneo.
In particolare la palma da dattero o Phoenix dactylifera, di origine asiatica, nonostante non abbia alle nostre latitudini mai potuto generare frutti commestibili, è da tempo immemorabile presente nel bacino del Mediterraneo e viene considerata la “palma” per eccellenza.
Tra le altre specie che caratterizzano i nostri giardini, la palma delle Canarie o Phoenix canariensis, introdotta alla fine dell’800 è divenuta oggi forse la palma più diffusa nel territorio italiano.
Da non trascurare infine la presenza delle palme appartenenti al genere Cocus e Whashingtonia anche queste molto diffuse nei giardini a scopi ornamentali.
La morfologia di queste piante e le loro caratteristiche estetiche le collocano spesso in posizione privilegiata, come nel giardino di villa Whitaker a Palermo, dove sono presenti ben 19 specie di palme diverse.
Le dimensioni raggiunte ne determinano spesso anche il tipo di impiego: le specie di palma di grande mole come quelle appartenenti ai generi Phoenix e Whashingtonia richiedono spazi ampi e sono spesso poste al centro del giardino o ai margini di grossi viali; le palme più piccole, come la palma nana del Mediterraneo, può contribuire all’arredo di piccoli spazi o aiuole grazie alla sua forma “cespugliosa”.
In tutte le regioni italiane che si affacciano sul mare l’interesse per l’utilizzazione delle palme nei giardini e nell’arredo di aree urbane è piuttosto elevato. Questo interesse è dato non solo dalla bellezza di queste piante, ma anche dalle loro caratteristiche biologiche.
Le palme infatti sono dotate di una notevole rusticità e longevità: resistono molto bene al caldo e al freddo.
Inoltre l’apparato radicale non troppo ingombrante ne facilita l’utilizzo nei giardini. Infine, come citato ad un recente convegno sulle palme dal Professore di Arboricoltura Giuseppe Barbera, dell’Università di Palermo, “l’elevata resistenza delle palme all’azione meccanica del vento, abrasiva della sabbia e chimico-fisica della salsedine presente nell’atmosfera ne permette l’utilizzo anche in prossimità delle coste”.
Le palme ornamentali sono utilizzate anche come piante d’appartamento, oltre che nei giardini: la Howea fosteriana e la Howea belmoreana, più note come kentie, si adattano bene agli ambienti con poca luce all’interno delle case.
Il Punteruolo rosso un flagello per le palme
Dal 2005 le palme hanno dovuto fronteggiare l’arrivo in Italia di uno sgradito ospite: il Punteruolo rosso o Rhynchophorus ferrugineus.
Le larve di questo pericoloso coleottero, lunghe fino a 5 centimetri, causano danni irreparabili alle piante scavando profonde gallerie all’interno del tronco.
Quando la pianta è pressoché morta, gli adulti migrano volando su altre piante, dove depongono le uova (circa 200).
La diffusione di questa specie è favorita proprio dalla buona attitudine al volo di questo insetto parassita della palma, che si sposta in questo modo anche per diversi chilometri.
I sintomi che rivelano la presenza dell’insetto si manifestano esternamente solo quando i danni sono talmente gravi da rendere spesso inutile qualsiasi trattamento insetticida tradizionale.
In Italia fino ad oggi, i danni causati da questo insetto hanno riguardato principalmente le palme delle Canarie, i cui esemplari attaccati e distrutti si contano a decine di migliaia principalmente in Sicilia, Campania, Lazio, Calabria, e Puglia.
Più rare, fino ad oggi sono state le infestazioni delle palme a carico di altri parassiti simili. La pericolosità di questo insetto e la suscettibilità della palma delle Canarie è un aspetto da tenere in forte considerazione nella scelta delle palme da utilizzare per il nostro giardino.