Non solo gigli: la famiglia delle liliacee
Le Liliacee sono una famiglia di piante molto vasta e varia. Aglio, asparago, amarillis e molte altre piante appartenenti a questo gruppo sono caratterizzate da una fioritura decisamente vistosa.
Fino a qualche tempo fa la famiglia delle Liliacee comprendeva un gran numero di piante monocotiledoni dell’ordine delle Liliales: quasi tutti questi esemplari erano originari di luoghi dai climi temperati e subtropicali. Nella famiglia delle Liliacee, secondo la tradizionale divisione in piante dicotiledoni e monocotiledoni, e in successivi ordini e sottoclassi, si contavano centinaia di generi differenti, con oltre 4000 specie.
Questa suddivisione, ancora usata abitualmente, è stata superata dalla più recente classificazione delle angiosperme: generi prima attribuiti alle Liliacee ricadono in famiglie differenti. Non ne fanno più parte, solo per citarne alcune: il Narciso, il Giacinto, l’Aglio, la Cipolla, l’Erba Cipollina e il Mughetto.
L’origine delle Liliacee
L’ampia famiglia delle Liliacee, presente sul nostro pianeta da circa 58 milioni di anni, comprende molte specie erbacee dotate di bulbi o rizomi. La presenza di questi elementi è molto importante, poiché permette a questi esemplari di sopravvivere e rigenerarsi nelle zone d’origine, anche in seguito a
condizioni naturali avverse, come per esempio incendi o siccità.
Gli esemplari di questa famiglia sono dotati, per la maggior parte, di lunghe foglie basali. In altre specie il fogliame è invece ridotto, sostituito dalla presenza di fusti che svolgono funzioni fotosintetiche.
I fiori hanno dimensioni variabili a seconda degli esemplari; sono sempre piuttosto appariscenti per permettere l’impollinazione di agenti impollinatori specifici (quali api e uccelli), si riuniscono in infiorescenze terminali o sono singoli.
Si è detto che la comparsa delle prime Liliacee si perde nella notte dei tempi. Va sottolineato che queste piante sono ormai da epoche remote protagoniste e alleate dell’uomo nel corso della sua evoluzione, poiché si utilizzano da sempre sia come cibo che come rimedi medicinali.
Per esempio i tubercoli dell’asfodelo comune, una bulbosa tipica del bacino mediterraneo, erano tra gli elementi principali della dieta dell’uomo preistorico. Le foglie erano utilizzate durante i periodi di carestia e ancora oggi servono per la produzione di alcuni tipi di formaggi.
Aglio e cipolla proprietà e utilizzo
Da sempre si utilizzano varie tipologie di aglio, sia per insaporire i cibi, sia per le sue virtù terapeutiche. Tutte le specie hanno proprietà antibatteriche, antitrombotiche e antifungine; ciò è dovuto alla presenza di composti solforati volatili, che in più conferiscono anche quel tipico odore all’aglio appena tagliato.
Ma non solo, l’aglio contiene anche pectina, enzimi, molti tipi di vitamine, sali minerali utili a tener sotto controllo pressione, scongiurare i gonfiori addominali, eliminare parassiti e batteri.
L’aglio selvatico può essere comunemente utilizzato in cucina se si preferisce un gusto meno marcato, più leggero rispetto all’aglio coltivato comunemente.
Dell’Aglio Ursinum, che cresce spontaneo nel sottobosco, vengono utilizzate – oltre ai bulbi – anche le foglie. Sono ottime se tritate e aggiunte per insaporire in insalate, verdure bollite, zuppe e salse.
La cipolla, o Allium cepa, è una delle ex Lillacee; è molto importante sia per il comune uso alimentare che per le sue proprietà fitoterapiche.
L’origine della cipolla va ricercata circa 4000 anni fa in Mesopotamia, nei territori dell’Egitto, dell’Asia Orientale e dell’Asia Minore era considerata una pianta sacra.
Da allora fino ai giorni nostri se ne riconoscono le molte applicazioni curative. Entrando comunemente a far parte della dieta alimentare, la cipolla è passata dallo stato selvatico alla raccolta pianificata.
Protagonista per eccellenza: il Giglio
Prima della nuova classificazione facevano parte della famiglia delle Lilliacee molti esemplari bulbosi e rizomatosi di tutto il mondo utilizzati principalmente come piante ornamentali.
Il Giglio, avendo anche contribuito a dare il nome alla famiglia, rimane a tutti gli effetti all’interno delle Lilliacee. Si tratta di una delle piante più presenti negli stemmi delle famiglie araldiche di mezzo mondo. La tradizione vuole che i primi esemplari di Giglio furono importati in Europa durante le Crociate. Ma questa pianta è conosciuta fino da tempi antichi: Erodoto la cita nelle sue opere, viene menzionata nell’Iliade e nel cristianesimo viene associato all’immagine delle Vergine come simbolo di castità.
Il Giglio è riconosciuto a livello universale come simbolo di purezza, viene comunemente regalato in occasione di battesimi, comunioni e matrimoni.
Durante il medioevo era pensiero comune ritenere che il bulbo di questa pianta avesse proprietà miracolose in grado di curare peste ed epilessia. Veniva utilizzato anche per curare piaghe e per la ricrescita dei capelli.
Attualmente si riconosce che il giglio contenga alcune sostanze con potere lenitivo per l’epidermide, ma se ne apprezzano principalmente le qualità ornamentali.
Al genere Lilium appartengono circa 80 specie, con un numero elevato di ibridi di ogni colore. E’ una pianta ottima sia in vaso, che in giardino, che come fiore reciso. Ha steli robusti e boccioli profumatissimi che si aprono in progressione, allungandone molto la durata.
La sorprendente bellezza del giglio bianco
Il Giglio, o Lilium, è una pianta bulbosa perenne dotata di fusti erette e di fiori calciformi. Le foglie sono di colorazione verde chiaro e partono direttamente dalla base dello stelo florale. All’arrivo del periodo autunnale la pianta blocca il suo stato vegetativo, producendo una piccola rosetta di foglie, in attesa dell’arrivo della primavera.
Si tratta di una pianta che ama stare alla luce, per almeno 6 ore al giorno, ma deve essere collocata in un luogo riparato da correnti d’aria. Il terreno deve essere soffice, ricco di humus e umido. Si deve stare molto attenti ai ristagni di acqua e si devono evitare fenomeni di marciume.
Il Lilium Candidum, il Giglio di Sant’Antonio da Padova, è l’esemplare più conosciuto: il santo viene spesso rappresentato insieme a questo fiore. Anche San Giuseppe viene spesso rappresentato con questi gigli, che germogliano direttamente dal suo bastone.