Il pero: coltivazione, esigenze e varietà

Pere dalla buccia rossa, di piccola pezzatura, molto dolci
Il pero, Pyrus communis, appartiene alla famiglia delle rosacee, come il melo, il pesco, l’albicocco, il mandorlo, il susino e molti altri alberi preziosi per la nostra alimentazione. Questa pianta è originaria dell’Europa, sia nella sottospecie “sativa”, quella coltivata, che nella sottospecie “piraster”, ovvero il pero selvatico.
Il pero è un albero vigoroso, e può raggiungere dimensioni di 12 metri, con i rami che si caratterizzano per il loro portamento eretto.
La fioritura del pero si ha in genere in primavera con la comparsa di numerosissimi fiori di colore rosa-bianco, mentre i frutti compaiono in estate o in autunno a seconda delle varietà.
Impianto
Il pero si adatta bene a terreni tendenti all’argilloso, ma è comunque abbastanza esigente in termini di suolo e vegeta male nei terreni poco fertili. Di conseguenza è opportuno somministrare una abbondante concimazione organica proprio al momento dell’impianto. Il pero teme inoltre i ristagni di umidità a livello delle radici, per cui è importante che il terreno abbia un drenaggio adeguato. Importante è la scelta del portainnesto, questo deve adattarsi al tipo di suolo e al clima.
L’innesto del pero
Il portainnesto più usato in Italia è il cotogno, che permette all’albero di mantenere dimensioni contenute, anticipa l’entrata in produzione della pianta e conferisce buone caratteristiche ai frutti. Tuttavia in terreni calcarei il pero innestato su cotogno va incontro a clorosi ferrica, e quindi in questi casi si possono utilizzare piante innestate su franco o su pero selvatico. Il cotogno inoltre non si adatta all’innesto di alcune importanti varietà di pero come “kaiser” e “William”, per cui in questi casi si dovrà operare un’ innesto intermedio: di solito si innesta su cotogno la varietà “Butirra hardy” e su questa si può quindi innestare successivamente la kaiser o la William.
Scelta della varietà di pero

La fioritura del pero si ha in genere in primavera con la comparsa di numerosissimi fiori di colore rosa-bianco
Il pero racchiude molte varietà che si distinguono in funzione della utilizzazione dei frutti e dell’epoca di maturazione. A seconda dell’uso che se ne fa, le pere infatti si dividono in “da tavola”, “da confetture”, “da cuocere” e “da sidro” (poco utilizzate in italia).
Riguardo la maturazione si dividono in precoci, a media maturazione e tardive. In genere si consigliano le varietà precoci nel sud Italia e le varietà a media maturazione nel centro nord.
Tra le varietà a maturazione estiva, molto diffusa sono le varietà William e “coscia”, quest’ultima dai frutti di medio-piccola pezzatura, particolarmente saporiti.
Tra le varietà a maturazione autunnale più famose vi è la “Abate Fetel”, dal frutto allungato e di grossa pezzatura.
Tecniche colturali
La potatura del pero

Pere dalla buccia rossa, di piccola pezzatura, molto dolci. Si trovano maggiormente nel sud italia e nelle isole
La potatura va eseguita ogni anno: nei primi anni va effettuata una potatura di allevamento con tagli limitati, solo per conferire alla pianta la forma e la struttura desiderata. Successivamente si attuerà la potatura di produzione, eliminando il legno vecchio per rinnovare la chioma nel periodo invernale e rimuovendo tutti i polloni e succhioni tra giugno e luglio.
L’ irrigazione assume particolare importanza al centro sud, dove spesso le precipitazioni annuali non sono sufficienti ad assicurare la giusta quantità d’acqua alla pianta.
Avversità
Per avere piante sane è importante che il materiale che compriamo dal vivaio sia esente da malattie e certificato.
Il pero è infatti soggetto a batteriosi (Erwinia amilovora) difficilmente curabili se non con la prevenzione. Molti insetti attaccano il pero, tra cui la psilla del pero, Psylla piri, che con le punture di nutrizione e l’emissione di melata danneggia fortemente la chioma.
Anche il verme delle mele, Cydia pomonella, può attaccare il pero, con le larve di questa farfalla che scavano gallerie all’interno dei frutti.