Piante pericolose: l’Ambrosia e l’allergia ai suoi pollini
L’Ambrosia è una pianta pericolosa per la nostra salute. Soprattutto nei comuni del nord Italia è d’obbligo provvedere all’eliminazione di questa pianta prima che fiorisca. I suoi pollini sono causa di un gran numero di allergie.
L’Ambrosia artemisifolia, comunemente nota col nome di “Ambrosia” o “Erba Ambrosia”, è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Composite.
L’origine del nome di questa pianta ha forti richiami mitologici: con l’ambrosia si indicava il nettare destinato agli dei dell’Olimpo secondo la tradizionale mitologia greca. Attualmente è invece la causa di numerosi problemi sanitari per una parte sempre più ampia di popolazione. I pollini sono in grado di scatenare allergie spesso lievi, ma in alcuni casi decisamente preoccupanti.
Zone di diffusione dell’Ambrosia
Questa pianta è originaria dei territori del Nord America. Attualmente ha una forte diffusione in buona parte del Nord Italia, soprattutto nella regione Lombardia, dove pare si sia insediata circa 20 anni fa.
La colonizzazione è partita dalle zone di Varese e Milano, per poi diffondersi con estrema rapidità, grazie soprattutto all’enorme produzione di semi facilmente trasportabili dal vento. Si rileva la presenza di ambrosia anche in Piemonte e Veneto.
Poiché risulta pericolosa per la salute umana viene normalmente trattata come un’infestante ed eliminata appena se ne rileva la presenza.
Come riconoscere l’Ambrosia
Il fusto della pianta adulta è di colore verde, molto ramificato, in prevalenza nella parte superiore. Normalmente raggiunge 130 – 140 centimetri di altezza.
Ha foglie di colore verde chiaro, pennate e con la lamina divisa in lacine. I fiori maschili sono piccoli, di colore bianco – giallastro. Si riuniscono in racemi, nella fase adulta, ricchi di polline. Giusto per riportare qualche numero: si è calcolato che in una giornata una pianta è un grado di produrre 2,5 miliardi di granuli di polline. In più si è rilevato che il polline dell’ambrosia è in grado di spostarsi anche di 100 km rispetto al luogo d’origine. Quindi riuscirà facilmente a scatenare stati allergici anche in territori dove non è stabilmente insediata.
I fiori femminili sono verdi, leggermente più piccoli di quelli maschili, si trovano nell’ascella delle foglie superiori.
I frutti dell’ambrosia sono simili ai chicchi del riso, sono molto piccoli e dotati di aculei: in questo modo si attaccano con facilità ai vestiti e ai pneumatici dei veicoli.
La radice è poco fittonante, attaccata in maniera piuttosto debole al substrato.
Quando se ne attesta la comparsa
La germinazione della pianta di Ambrosia avviene scalarmente. La comparsa dei primi germogli si ha dai semi che si trovano nel terreno dall’estate passata, inizia a primavera inoltrata. In Lombardia se ne attesta la presenza già a partire dal mese di maggio.
Fiorisce da metà luglio, per protrarsi fino a settembre. Il culmine della fioritura, e della produzione di polline, si avrà verso la fine di agosto. Il ciclo di vita di questa pericolosa pianta termina con l’arrivo dell’autunno: la pianta dissemina e poi muore.
Frutti e semi riescono ad essere trasportati molto lontano grazie non solo al vento, anche le acque piovane, quelle di irrigazione, e la movimentazione del terreno contribuiscono alla sua capillare diffusione.
Dove cresce l’Ambrosia
E’ una pianta molto rustica, in grado di diffondersi con facilità nelle aree marginali. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, prediligendo però quelli poveri, sabbiosi e con basso contenuto di umidità. In più è facile trovarla in zone assolate.
Le zone di diffusione massima sono in pianura, anche se la pianta è in grado di vegetare tranquillamente anche a 500 – 600 metri sul livello del mare.
L’habitat ideale per la crescita dell’ambrosia è prevalentemente quello dei terreni incolti o semi incolti: aree verdi urbane abbandonate, aree industriali dismesse, argini di canali prosciugati, cigli di strada, cantieri edili con terra smossa, terrapieni e massicciate ferroviarie tra i più comuni.
Più le aree presentano incuria e scarsa manutenzione maggiore è la probabilità che l’Ambrosia si diffonda. Ogni intervento volto ad eliminarla diventa complicato all’interno di queste aree.
Non si diffonde nei territori sottoposti a lavorazioni, poiché si può eliminare con facilità quando è ancora giovane.
Sintomi dell’allergia all’Ambrosia
Come accennato in precedenza i casi di allergia ai pollini di ambrosia sono in netto aumento, tanto da considerare questa specie come fortemente allergenica, proprio come accade con le parietarie e le graminacee. I fenomeni di allergia sono scatenati solamente dal polline e non dalle altre parti che compongono la pianta.
Se l’individuo è già un soggetto allergico ci sono buone probabilità che sviluppi un’allergia anche ai pollini dell’ambrosia. I sintomi sono quelli delle più classiche riniti allergiche, in alcuni casi aggravati da tosse secca, asma bronchiale e dispnea. L’allergia da Ambrosia va trattata come ogni altra allergia da polline. E’ opportuno consultare il medico prima di iniziare una cura farmacologica.
Come combattere il diffondersi di allergie da Ambrosia
L’unico modo per evitare il diffondersi di allergie da Ambrosia è evitare che la pianta produca i pollini. Si deve quindi intervenire bloccando la prima fase di fioritura.
Il trattamento ideale consiste nell’estirpare le piante quando sono ancora nella prima fase di vita, poiché le radici sono debolmente attaccate al terreno. In alternativa si può fresare il terreno infestato prima della fioritura.
La pianta va tagliata al di sotto dei 2- 3 centimetri, solo così si eviterà la fioritura. Se il taglio supera invece i 4 o 5 centimetri è ancora possibile che la pianta emetta germogli laterali in grado di fiorire.
Esistono specifiche ordinanze comunali emesse nei territori soggetti ad infestazioni di Ambrosia. In queste ordinanze si stabiliscono i periodi in cui effettuare obbligatoriamente i tagli, in maniera tale da indebolire le piante, evitandone la fioritura. I momenti di intervento sono tre, piuttosto ravvicinati temporalmente:
- Terza decade di giugno.
- Terza decade di luglio.
- Terza decade di agosto.
Nei territori urbani e periurbani è vietato il diserbo chimico, nonostante sia in grado di risolvere in maniera definitiva il problema.