Coltura idroponica: la coltivazione senza terra, solo in acqua

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Coltivare fuori suolo senza terra

Coltivare senza la terra: Colture idroponiche

L’idroponica è una tecnica di coltivazione fuori suolo, speso associata a quel tipo di giardinaggio creato in spazi chiusi e denominato indoor, proprio perché attuabile senza l’impiego di terreno. Conosciuta anche come idrocoltura, questa sostituisce l’impiego di terra con un substrato di inerte che può essere fatto di argilla espansa, ghiaia, sabbia, perlite, lana di roccia, fibra di cocco o addirittura lattine usate e schiacciate o rifiuti similari.

L’altra essenziale caratteristica di questo tipo di coltivazione è l’impiego di una soluzione liquida ottenuta miscelando acqua ed un nutriente in cui le piante svilupperanno le proprie radici. Così accade che il substrato assume la funzione di supporto fisico e consente la circolazione d’aria attorno alle radici, assolutamente necessaria per ossigenarle.

Schema sintetico del metodo idroponico

Il liquido usato sopperisce all’assenza di nutrienti del suolo, permettendo alle piante di crescere più velocemente, fino a 2-3 volte di più rispetto alla coltura tradizionale, proprio perché la pianta si concentra a produrre foglie, fiori e frutti, anziché radici.

Con questo metodo le piante verranno coltivate in contenitori più piccoli e forati, perché hanno meno radici e niente terra, chiamati net-pot.  Per concludere la realizzazione di vasi o impianti idroponici bisognerà fornirsi di appositi strumenti che controllino la soluzione nutriente (comperabili su internet o in negozi per acquari) e tenere così sottocontrollo il PH del liquido con un misuratore digitale e l’EC che è la conducibilità elettrica che ci indica quante sostanze nutritive sono presenti nella soluzione.

Tra i tipi di coltivazione idroponica qual è il più rapido da realizzare?

Diversi sono i tipi di coltura idroponica, un’alternativa che sento di potervi suggerire perché condensa diversi approcci è l’idroponica semplificata. Questa usa come substrato o anche solo come prima fascia al di sopra dell’inerte il compost, quest’ultimo permette di avere a disposizione gli elementi nutritivi contenuti nella materia organica riducendo la dipendenza dal controllo della soluzione nutritiva ed essere così più accessibile alla grande utenza.

Sistema idroponico realizzato con il recupero di bidoni

Il metodo dell’idroponica semplice fa parte di quei sistemi detti passivi che rispetto a quelli attivi sono più semplici ed economici, costituiti da un solo contenitore dotato di drenaggio inserito in un recipiente che trattiene il liquido aggiunto manualmente è assorbito per capillarità. Non necessitano di pompe che regolarmente immettono soluzione nutritiva che drena in una cisterna in attesa di essere riportata in circolo.

In commercio esistono numerosi kit e vasi già idonei alla coltivazione idroponica, differenti secondo metodo impiegato. Come accade però in diversi articoli già pubblicati il suggerimento è quello di realizzarli da sé con materiali di recupero, superando quel limite che le tecniche attive di idroponica hanno, quali costi energetici alti, dirigendosi verso il metodo semplificato.

Infine per darvi una descrizione sintetica vi riporto i vantaggi che rendono il metodo dell’idroponica preferibile, in alcuni ambiti, alla coltivazione in terra sono:

risparmio idrico fino a 10 volte maggiore

riduzione di inquinanti, non comportando l’uso di macchinari a combustione di fossili

migliora la sicurezza alimentare, evitando l’uso eccessivo di pesticidi

evita la penetrazione dell’inquinamento nel suolo, visto che questo non è contemplato

Essendo questo un argomento che può porvi di fronte diverse variabili più o meno semplici, il consiglio è quello di contattarci: per qualsiasi chiarimento o dubbio non esitate a scriverci.

7 comments

  1. giacomo 25 Maggio, 2010 at 10:14

    Buongiorno,
    sto facendo un progetto per la mia università, il politecnico di Milano.
    Vorrei chiedervi dei consigli riguardo l’idroponica semplificata.

    Sto facendo un esperimento in giardino coltivando piantine di fagioli con radici immerse in una vasca con solventi per idroponica, ma senza areatore. Le piantine però crescono molto lentamente. Come substrato ho utilizzato un gel inerte.

    Vorrei capire come far crescere più velocemente le colture, dove posso recuperare substrati che abbiano nutrienti?
    E’ consigliabile l’areatore per le piantine?

    Spero in un vostro aiuto,
    Gentili Saluti

    giacomo

  2. raffaele 20 Giugno, 2010 at 07:09

    grazie per quanto suggerito, mi farebbe piacere passare al concreto.
    Mi indica quale neofita cosa e dave comprare per realizzare una piccola coltura di prova di circa due metri quadri?
    raffaele

  3. fabrizio zampini 31 Agosto, 2010 at 22:34

    si possono avere schemi costruttivi impianti colture idroponiche
    per una realizzazione fai da te ???

  4. daniele 9 Novembre, 2012 at 01:01

    Salve, vorrei chiarirmi un dubbio: ma l’acqua tocca o no le radici?
    Poi: in alcuni sistemi che ho visto c’è una pompa che manda l’acqua attraverso l’estremità di un tubo, lungo la cui lunghezza sono alloggiate le piante e poi viene scaricata dall’altra estremità, ricadendo nella cisterna da cui la pompa pesca e così via…insomma sapete di che stò parlando…bene, che senso ha tutto questo movimento continuo d’acqua?!non è meglio un gocciolatoio che somministri la giusta quantità d’acqua con un eventuale foro di drenaggio che raccoglie la (poca) acqua in eccesso?
    grazie

  5. Francesco 13 Aprile, 2013 at 20:14

    Salve sono uno studente universitario della facoltà di Economia di Catania. Io e il mio gruppo di colleghi stiamo facendo un progetto per una start-up e quindi un modello di Business Plan per ristrutturare un casolare abbandonato (o rifare da zero) vicino la zona di Priolo Gargallo (nota soprattutto per l’elevato inquinamento industriale), per costruirlo in maniera ecosostenibile e lo stiamo facendo per cercare di aiutare i cittadini di quel piccolo paesino ripeto inquinatissimo, perlomeno facendogli mangiare un coltura più sana che possa aiutarli a vivere meglio dato che i terreni (e sono parecchi) sono stati tutti abbandonati per far posto alle industrie. E quindi avevamo pensato di trasformare l’edifico in una fattoria urbana modello Tokio adottando la tecnica dell’idroponica e del cibo a km 0. Quindi siccome in Sicilia che io sappia nessuno ha mai applicato questa tecnica (o comunque non ho trovato nulla al riguardo in questa zona) mi chiedevo se qualcuno potesse aiutarci dandoci più informazioni soprattutto inerenti ai relativi costi, come si mette in pratica questa tecnica, quali sono i materiali che occorrono per applicarla e tutto quello che ci può aiutare anche a livello giuridico e finanziario. Se qualcuno ci volesse dare una mano mi potete contattare su Facebook effettuando la richiesta di amicizia, mi chiamo Francesco Indelicato oppure mandandomi del materiale se volete al mio indirizzo e-mail f.indelicato@live.it o anche da qui stesso se non è un problema, qualsiasi mano d’aiuto è ben accetta, vi ringrazio in anticipo!!

  6. antonio lovito 21 Aprile, 2013 at 18:24

    salve vorrei coltivare della lattuga dei pomodori e fagioli con questa tecnica ho a disposizione sia locali al chiuso che serre nel terreno. ho a disposizione acqua di acquedotto e, o di posso. vorrei però iniziare con tre piccole vasche, ed usare un metodo più biologico possibile. vorrei inoltre uno schema per poterli realizzare da solo sia con materiali ferrosi che con legno (mi diletto nelle due attività).
    aspetto una vostra risposta

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