Piante officinali, piante medicinali e piante aromatiche

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Esempio di erbario medievale

L’origine del nome pianta officinale è latina; deriva dalla parola “officina”, che si riferisce ai laboratori farmaceutici dove si lavoravano le erbe per creare composti medicinali poi utilizzati per la medicina popolare.

Ora il termine ha un significato più ampio e comprende anche le piante aromatiche; ciò è anche supportato dalla legge numero 99 del gennaio 1931 che definisce: “per piante officinali si intendono le piante medicinali, aromatiche e da profumo”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce pianta medicinale “ogni vegetale che contiene in un organo, o in più organi, delle sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi chemio-farmaceutiche.”.

Le piante aromatiche vengono invece utilizzate per aromatizzare i cibi, i liquori e fanno parte della composizione dei cosmetici.

Le erbe medicinali hanno al loro interno principi attivi di varia natura che fanno parte delle classi degli alcaloidi, eterosidi, delle gomme, degli enzimi e delle vitamine.

Le piante aromatiche invece producono principi attivi odorosi spesso utilizzati per preparare profumi, bevande e cosmetici.

Con le erbe officinali è possibile creare molti medicinali come sciroppi, pomate, unguenti, infusi e decotti.

Come coltivare le erbe aromatiche

Piante Aromatiche

Piante Aromatiche

Anche per le piante officinali, come per tutte le piante, esiste una fascia temporale utile per la coltivazione. Questo lasso di tempo per le piante medicinali viene chiamato “tempo balsamico”: è il periodo in cui nelle piante si riscontra la maggiore concentrazione di principio attivo.

A seconda di molte caratteristiche come l’origine spontanea o no della pianta, così come la posizione, l’altitudine o le caratteristiche del terreno ogni pianta avrà un periodo preciso per la raccolta. Va sottolineato comunque che le piante di crescita spontanea possiedono una quantità molto più alta di principio attivo rispetto a quelle che vengono coltivate.

Per la raccolta si suggerisce di scegliere una giornata particolarmente asciutta e serena, in modo tale da evitare un eventuale deterioramento causa umidità di pianta e radici.

Metodi di essiccazione delle piante medicinali

Dopo aver raccolto le piante medicinali, queste dovranno essere pulite dagli scarti e dalle parti danneggiate. Il processo di essiccatura è un processo molto delicato e si deve prestare una grande attenzione durante la realizzazione.

E’ fondamentale per le piante medicinali conservare i principi attivi. E’ quindi consigliabile la conservazione in luoghi arieggiati, lontani soprattutto dai raggi del sole. Erbe, fiori, foglie e gemme andranno posti a riposare su dei graticci di tela durante tutto il periodo di essiccazione.

Le tecniche di essiccazione si differenziano tutte a seconda della tipologia di pianta o di erba, alcuni fiori per esempio durante il processo di essiccazione vanno appesi al contrario in modo tale da far circolare liberamente l’aria da tutti i lati.

Per quanto riguarda radici e tuberi prima di passare al processo di essiccazione andranno lavati e tagliati, successivamente messi ad essiccare.

Se il processo di essiccatura avviene nel modo corretto le piante manterranno quasi inalterato il colore originale.

Resa in prodotto finale

La resa non è standard ma si può approssimare che con un kg di foglie si possono ricavare 150 grammi di prodotto; la quantità può salire a 300 grammi se si tratta di radici e similari, sempre partendo da un kg di prodotto originale.

piante officinali

Esempio di erbario medievale

Per le cortecce si riesce a ricavare fino alla metà del prodotto originario.

Raccolta delle erbe officinali

La raccolta delle erbe medicinali non è particolarmente difficoltosa. Oltre ad utilizzare una certa delicatezza durante la raccolta è molto importante scegliere il periodo adatto. In primavera si potranno raccogliere radici, tuberi, bulbi e rizomi, il tutto prima che la pianta inizi a crescere, o in alternativa nel tardo autunno quando la pianta sarà del tutto essiccata.

Cortecce e gemme andranno raccolte in primavera, periodo nel quale è più facile staccarle grazie alla presenza abbondante di linfa.

Le foglie e gli steli vanno raccolti prima della fioritura, le erbe in ogni periodo e i fiori prima che siano sbocciati del tutto.

Conservazione delle piante officinali

E’ importante conservare le piante essiccate al riparo da ogni agente atmosferico. L’ideale è collocarli in contenitori di vetro e porcellana o in sacchetti di tela grossa.

La plastica invece è altamente sconsigliata perché potrebbe formare della condensa al suo interno che potrebbe dare origine a della muffa.

Va comunque sottolineato che i principi attivi delle piante diminuiscono col tempo e dopo uno o due anni iniziano a perdersi.

Le piante officinali nella storia

Erbe Medicinali

Erbe Medicinali

Le erbe officinali vengono utilizzate da tempi immemorabili, e per molto tempo questi rimedi sono stati l’unica risorsa della medicina. Ed è grazie a questo che ne è stata ampiamente approfondita la conoscenza.

Il formulario del Pen –Tsao (8700 a. C.) è uno degli scritti più antichi dove vengono descritte polveri, decotti  pomate, unguenti  derivati da piante officinali.

Ovviamente poi va citato Ippocrate, che nel V secolo a. C. classificò le erbe in base alle loro azioni.

Si ricorda il Medio Evo come periodo particolarmente importante per lo sviluppo dell’alchimia e quindi per l’utilizzo di derivati di piante medicinali. Anche i Monaci Benedettini studiarono e svilupparono importanti trattati di botanica tra le mura dei loro monasteri.

Nel XIX secolo si isolarono molti principi attivi derivanti da erbe officinali. Primo fra tutti la salicina, derivata appunto dalla corteccia dei salici. Ma già Ippocrate ne aveva individuato  i poteri antidolorifici e antifebbrili. Seppur ignorandone il principio attivo.

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